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L’incontro ravvicinato di Marte con la cometa

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 La Siding Spring "sfiora" il pianeta rosso a una distanza di circa 139 mila chilometri, circa un terzo della distanza Terra-Luna. "Un evento spettacolare che avviene forse una volta ogni qualche milione di anni"

Una prima assoluta dopo almeno un milione di anni: nel suo lungo viaggio verso il Sole, la cometa Siding Spring ha "sfiorato" Marte a una distanza di circa 139 mila chilometri, circa un terzo della distanza Terra-Luna. Un fenomeno decisamente raro, seguito dagli astronomi attraverso gli occhi delle varie sonde marziane, che hanno ripreso immagini ad altissima risoluzione della cometa. Non essendo mai stata nei pressi del Sole, la Siding Spring è infatti un preziosissimo "fossile cosmico" che potrebbe aiutarci a capire meglio le origini del Sistema Solare. Una "prima" dopo milioni di anni. "È un evento che avviene forse una volta ogni qualche milione di anni", ha ricordato Jim Green, direttore della divisione di Scienze Planetarie della NASA, "E' spettacolare".  Il nucleo cometario, grande circa un chilometro, ha sfrecciato a una velocità di 56 chilometri all'ora rispetto al pianeta rosso. La distanza minima fra i due corpi celesti, ad appena 139.500 chilometri, alle 20:27 ora italiana. Per quanto ne sappiamo, nulla di simile è mai avvenuto sul nostro pianeta. Non esistono infatti tracce scritte di un simile incontro fra la Terra e una cometa, sebbene siano abbastanza frequenti quelli con gli asteroidi.

Un fossile cosmico. L'incontro inoltre permette di studiare in dettaglio una cometa molto particolare. Scoperto circa un anno fa dall'osservatorio astronomico di Siding Spring, in Australia, questo corpo celeste arriva infatti direttamente dalla Nube di Oort, l'enorme "serbatoio" di comete ai margini più esterni del Sistema Solare. Nelle sue orbite precedenti, la cometa ha infatti raggiunto solo i pianeti esterni come Giove o Saturno. Tuttavia, secondo gli scienziati, le perturbazioni gravitazionali di una stella vicina ne avrebbero poi alterato l'orbita, spingendo la cometa in una rotta di avvicinamento al Sole. "Se studiamo la cometa, la sua composizione e struttura, ci dirà un sacco di cose su come pensiamo si siano formati i pianeti", ha sottolineato Carey Lisse dell'Università americana "John Hopkins". Non essendo mai passata vicino al Sole infatti, la cometa è rimasta praticamente com'era ai tempi della sua formazione, avvenuta circa 4,6 miliardi di anni fa. Un'epoca remota, in cui la polvere e il gas si stavano aggregando per formare i primi "semi" che avrebbero poi costituito i pianeti. Secondo i modelli, parte di quel materiale non usato per creare i pianeti avrebbe dato origine alle comete, che si sarebbero poi accumulate nella lontana Nube di Oort. Questa cometa sarebbe quindi un vero e proprio "fossile cosmico" capace di testimoniarci l'infanzia del Sistema Solare.

Un posto in prima fila. L'evento astronomico era osservabile anche da Terra, ma purtroppo per noi solo dall'emisfero australe e con l'ausilio dei telescopi. Per fortuna però intorno a Marte ci sono molte sonde automatiche, come Mars Reconnaissance Orbiter e Mars Odissey della NASA, oppure Mars Odissey dell'ESA. Con un tempismo davvero ammirevole, a questa "flotta marziana" si sono aggiunte di recente la sonda Maven della NASA e l'indiana Mangalyaan. Spettatori d'eccellenza, poi, i Curiosity e Opportunity, i due rover della NASA che stanno guardando la cometa dalla superficie marziana, sfidando le tempeste di sabbia che in questa stagione stanno colpendo vari punti della superficie.

Andata e ritorno. Gli scienziati sottolineano però che questo incontro è solo il primo atto del viaggio della Siding Spring. Gli strumenti a terra e nello spazio continueranno a seguire la cometa nel suo viaggio, che la porterà alla minima distanza dal Sole il 25 ottobre.